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Se c?è una cosa che ho imparato nel mio viaggio tra scadenze, clienti esigenti e nottate davanti al computer, è che essere sempre occupat* non significa essere sempre produttiv*. Anzi, spesso è il contrario. Ero quella che rispondeva immediatamente a ogni email con un tono quasi trionfante: ?Ci sono, lo faccio subito!?. Ogni minuto della mia giornata era dedicato a un?eterna lista di cose da fare, come se più spuntassi voci, più aumentasse il mio valore personale. E poi è arrivata l?epifania: ?Tranquillo, ci arrivo? non solo funziona meglio, ma mi piace di più.


Cambiare ritmo non è stato facile. Viviamo in una società che glorifica il multitasking e il burnout, dove dire ?sono impegnat*? è diventato un distintivo d?onore. Se non sei immers* in dieci progetti contemporaneamente, allora cosa stai facendo della tua vita? Ma ho iniziato a chiedermi: ?E se il segreto per fare meglio fosse fare meno, ma con più intenzione??. È stato un pensiero rivoluzionario, quasi blasfemo, ma ho deciso di provarci. E no, non è stato come accendere un interruttore. È stato più simile a riprogrammare un robot che insisteva a rispondere ?Sì, subito!? a ogni richiesta.


La prima cosa che ho fatto è stata smettere di rispondere immediatamente. Sì, ho lasciato che le email si accumulassero. Ho ignorato messaggi che non richiedevano una risposta urgente. Ho iniziato a pianificare le mie giornate invece di lasciare che fossero gli altri a dettare i miei tempi. E sai una cosa? Il mondo non è crollato. Anzi, è migliorato. I clienti hanno imparato ad aspettare (con mia grande sorpresa), e io ho scoperto che, dedicando più tempo a ogni compito, riuscivo a farlo meglio e più velocemente.


La seconda rivoluzione è stata imparare a dire di no, o almeno di non dire subito sì. Questo ha richiesto una dose di coraggio non indifferente. Dire di no non è solo difficile, è anche spaventoso. Ti fa sentire in colpa, come se stessi deludendo il mondo intero. Ma il no è diventato il mio migliore alleato. È stato come scoprire un superpotere nascosto. Ogni no mi ha regalato un po? di tempo in più, che ho usato per concentrarmi su ciò che era davvero importante. E sai qual è la parte migliore? I clienti e i collaboratori non mi hanno abbandonato per questo. Anzi, hanno iniziato a rispettare di più i miei confini.


Non fraintendermi, non si tratta di diventare pigri o di lavorare meno. Si tratta di lavorare meglio, di fare spazio per il pensiero strategico e di concentrarsi su ciò che conta davvero. Ho capito che il multitasking è una trappola. Sì, quella sensazione di essere un* supereroe* che riesce a fare tutto contemporaneamente è in realtà un?illusione. Il multitasking ti fa sentire occupat*, ma non ti rende produttiv*. Fare una cosa alla volta, invece, mi ha reso più efficiente e meno stressat*.


C?è stata anche un?altra lezione importante in questo processo: rallentare non è sinonimo di pigrizia. È stato difficile liberarmi di questa convinzione, ma una volta fatto, è stato come togliersi un peso. Rallentare mi ha permesso di ascoltare meglio i miei bisogni, di capire quando avevo bisogno di una pausa e di rispettare i miei ritmi naturali. Non sono una macchina, e nemmeno tu lo sei. E, fidati, nessuno ti darà una medaglia per aver ignorato i tuoi bisogni in nome della produttività.


Un aspetto interessante di questo nuovo approccio è stato il cambiamento nella mia creatività. Quando ero costantemente impegnat*, non c?era spazio per pensare fuori dagli schemi. Ogni idea sembrava una copia sbiadita di quella precedente. Ma rallentando, ho scoperto che le idee migliori arrivano quando meno te le aspetti: sotto la doccia, durante una passeggiata o mentre sorseggi un caffè senza fretta. Dare spazio alla creatività significa anche accettare che non tutto deve essere fatto immediatamente.


Se ti senti sempre in ritardo, sempre pressat*, voglio dirti che c?è un?alternativa. Puoi prendere il controllo del tuo tempo senza dover sacrificare i tuoi obiettivi o la tua carriera. Inizia con piccoli passi. Impara a delegare, anche se è difficile. Usa strumenti che ti aiutino a organizzarti meglio. Pianifica la tua giornata in blocchi di tempo dedicati a compiti specifici, e ricorda di lasciare spazio per le pause. E soprattutto, non aver paura di rallentare. Il ritmo frenetico non è sinonimo di successo, e spesso è il contrario.


Se vuoi approfondire come il rallentare può diventare una strategia vincente, ti consiglio di leggere il mio articolo "Stop, ripeti dopo di me: la pausa non è pigrizia, è superpotere" . In questo articolo esploro come le pause non solo migliorino la produttività, ma ti aiutino anche a rimanere san* di mente in un mondo che sembra correre sempre più veloce.

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In conclusione, scambiare il mio ?sempre occupat*? con un ?tranquillo, ci arrivo? è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Mi ha permesso di riconnettermi con il mio lavoro, di riscoprire la gioia di ciò che faccio e di vivere una vita meno stressante. Non è stato un processo facile, ma ne è valsa la pena. E se sei pront* a fare lo stesso cambiamento, ti invito a prenotare una call con me per scoprire come possiamo lavorare insieme per trasformare il tuo modo di gestire il tempo e il lavoro. Perché, fidati, la tranquillità non è un lusso: è un obiettivo raggiungibile e, soprattutto, meritato.